Catania - Elio Bosco è l'ultimo avvocato che, in ordine di tempo, si è occupato del caso di Violet , la cittadina francese residente da oltre 15 anni in Italia, a Catania, che denuncia di essere stata abbandonata in uno stato di "riduzione in schiavitù" da Italia e Francia.
"In effetti, la riduzione in stato di schiavitù si potrebbe configurare", afferma l'Avvocato Bosco, in considerazione del fatto "che la signora ha subito una serie di eventi che l'hanno portata per un verso a perdere tutto il proprio patrimonio, nonché il lavoro, ovvero la possibilità di lavorare, e dunque mantenersi, essere autosufficiente.Per l'altro verso, a perdere la dignità".
"Subìto". Avvocato, "subìto" da parte di chi?
"Di soggetti, persone riconducibili ad ambienti delinquenziali, o comunque fuori dall'alveolo di legalità. La signora ha anche avuto accuse per fatti completamente inesistenti, in un contesto di evidente ritorsione. Diciamo che 15 anni circa di vicende complesse e difficilmente raccontabili a terzi, tanto da far apparire la signora qualche volta reticente - e così non è - hanno portato Violet, oggi, a quello stato di povertà e abbandono che non le garantisce la tutela dei diritti fondamentali della persona umana".
Uno stato del quale nessuno si occupa, afferma la signora.
"Personalmente, nei mesi scorsi, ho interpellato l'Ambasciata Francese in Italia, il Consigliere Carlucci, responsabile degli Affari Sociali, mi chiese ragguagli, dicendosi preoccupato. Poi, non vi è stato seguito. E' stato interpellato anche il Console Onorario Francese a Catania, Avvocato Ferdinando Blasco Testoni".Ha interpellato anche la Prefettura?
"No. Non mi è stato chiesto esplicitamente".
E lei non lo ha fatto?
"No. Avevo sottolineato alla signora che, se la Prefettura di Catania non fosse stata, diciamo, adatta, avremmo potuto sentirne un'altra, ma poi..."
Avvocato, ma c'è qualcuno che, in questa vicenda, ha l'obbligo di intervenire? Ambasciata Francese, Ministero degli Interni italiano, Comune...
"La signora fa appello a diritti costituzionali e, in genere, a diritti che appartengono alla persona umana, sulle cui competenze ci sono, ovviamente, responsabilità varie, molteplici e, come sempre, difficili da individuare. Diciamo che, se la signora fosse palesemente sotto estorsione, ci sarebbe un intervento dello Stato indubbio, secondo un determinato, preciso, protocollo legislativo. In questa situazione, invece, la signora rischia di non essere protetta".
La situazione della signora ritiene che sia aggravata da "inquinamento ambientale"?
"Sì. Se la situazione si fosse verificata in un'altra regione d'Italia, diciamo nella città di Reggio Emilia, non ho dubbi che si sarebbe da tempo e positivamente risolta. Anomalie locali hanno portato a inerzie di apparati dello Stato, che portano oggi la signora...".
... a scegliere di morire! Ritiene la Signora in pericolo di vita, in Sicilia?
"Sì, lo potrebbe essere".
E allora, cosa si aspetta ad intervenire?
"Se oggi la Signora decidesse di dare un "colpo di spugna" sul passato, e con il suo passaporto francese volesse andare a ricostruirsi una vita altrove, con un minimo di assistenza pubblica, ad esempio una pensione, forse potrebbe anche farlo. Ma nessuno le restituirebbe tutto ciò che ingiustamente ha perso, soprattutto la sua dignità. Mi auguro che la Signora riesca ad andare sino in fondo".
"Non ho competenza per poter intervenire, mi occupo delle questioni meramente burocratiche", esordisce l'Avvocato Ferdinando Blasco Testoni, Console Onorario di Francia a Catania. "La signora è venuta da me circa due anni fa", inizia a raccontare il Console, "In verità non ho capito bene la vicenda, mi pare non volessero darle il passaporto...".
Spiegato al Console che il problema non è il passaporto (sul quale, peraltro, il Console avrebbe avuto competenza), precisato che il Paese che rappresenta, la Francia, 'non risponde'... Il Console si è mostrato preoccupato e ha promesso che, entro una "decina di giorni", avrebbe preso contatto con Roma, l'Ambasciata.
Per inciso: il responsabile degli Affari Sociali dell'Ambasciata Christophe Carlucci, che, ormai due mesi fa aveva chiesto "ragguagli" sulla vicenda e sullo sfratto che Violet aveva comunicato di aver ricevuto, non ha mai risposto alle telefonate né richiamato la redazione. La sua segreteria telefonica non ha più spazio per registrare i messaggi. E' irrintracciabile anche da parte della stampa. Stamane abbiamo saputo dall'Ambasciata che il Consigliere Carlucci sarebbe stato sostituito, e che il suo posto è stato preso da Marina De Martin.
Carlucci, ci dicono, non è più in forze. Ma nei giorni scorsi, per più di due settimane, il centralino ci aveva risposto, a giorni alterni: "Non è in ufficio", ma anche "E' in riunione", oppure "E' impegnato".
La dottoressa De Martin, dal canto suo, oggi ci risponde. In sostanza ci spiega di essere entrata da pochi giorni. "Dovrò studiarmi il caso, dovrò riferire al Console, che poi darà istruzioni su come e se intervenire". Ci dice che ci farà sapere.
Anche l'ufficio di appoggio palermitano dell'Onorevole Leoluca Orlando (Idv), investito da Violet stessa del caso, a dieci giorni circa da un nostro primo contatto, afferma, per l'ennesima volta, di "non aver capito nulla" -stessa obiezione di dieci giorni or sono alla quale avevamo risposto spiegando il caso, e ci era stato assicurato che saremmo stati richiamati dall'Onorevole per una dichiarazione. "Non abbiamo capito nulla della vicenda, e non abbiamo ricevuto nulla. Ci mandi il dossier" dicono. Precisiamo che il dossier dovrebbero averlo loro, su sollecitazione di Violet, e di alcune persone 'di buona volontà' che sostengono la Signora, e che in questi giorni più volte hanno chiamato l'ufficio palermitano dell'onorevole.
Palermo si dispiace, e noi ci rivolgiamo a Roma, ovvero all'ufficio romano del parlamentare. Ufficio che dichiara di non sapere assolutamente nulla della vicenda, di non essere stato informato da Palermo. E, però, dichiara di volersi informare, per eventualmente risentirci nei prossimi giorni "appena avremo informato l'Onorevole".
In mattinata, intanto (ndr. mattinata di ieri), Violet era stata al Comune di Catania, che nei giorni scorsi ci aveva dichiarato la propria "disponibilità a occuparsi del caso".
"Domani (oggi, ndr.) presenterò istanza per un provvedimento straordinario", afferma Violet. Provvedimento che può essere emanato con decreto solo dal Sindaco, "o dal Ministro dell'Interno", prosegue Violet, se fosse attivato dalla Prefettura (di Catania). Prefettura che, due settimane fa circa, attravrso l'Ufficio Affari Sociali, aveva dichiarato di "non sapere nulla". Ufficialmente. Perché, ufficiosamente, saprebbero: tanto da emettere la 'Cartella Clinica' di F. C. V. V. nei primi trenta secondi di telefonata: "è una pazza" dissero.
Ieri, anche gli uffici del Comune di Catania hanno proposto a F. C. V. V. il ricovero "per il suo bene", in una struttura psichiatrica. "Il ricovero coatto qui viene usato, si sa, come un deterrente, nei casi di persone come Violet". Persone come? "Incontrollabili, che, se parlassero, verrebbe fuori un brutto casino per certi notabili. Se uno ha un ricovero, a quel punto, quando esce, è completamente inattendibile", ci dice una delle "anime buone" che stanno sostenendo Violet.
"A questo punto, chi avrebbe qualcosa da dire a chi si rifiutasse di recepire una denuncia da un ex T.S.O.(Trattamento Sanitario Obbligatorio, ndr.).? E se anche la denuncia venisse recepita, che fine farebbe tale denuncia? Una volta, per risolvere certe ‘situazioni' c'era il convento. Oggi, il ricovero coatto".
Una risposta, oggi, a Violet, è stata data. Il Comune di Catania sta provando a trovare una sistemazione. Le proposte? Un albergo per 8 giorni... Ma dopo una breve ricerca, è venuto fuori che pare che, in zona, non ci sia disponibilità. Allora una casa di riposo... Ma neanche in questo caso c'è posto. Terza opzione: un aiuto economico. Niente da fare: il Comune di Catania non ha i fondi. E comunque, in tutti i casi, si tratta ancora di risposte ufficiose, che devono passare al vaglio dell'Ufficio del Sindaco.
Violet ha, comunque, compilato tutti i moduli necessari. La documentazione verrà inviata, appunto, al Sindaco. E una risposta ufficiale ci sarà solo dopo.
Da Catania, a Palermo, a Roma: non si capisce, non si risponde al telefono, non si hanno competenze; delazione, finto-tontismo, inerzie.
Una "piccola storia ignobile", in cui alcuni - troppi - chiamano minaccia e pazzia quella che è, invece, la libertà e l'indipendenza, laica e umana, di una vita esasperata, privata della possibilità di scegliere. E che ora vuole scegliere fino in fondo, fino all'estremo.
Fonte: www.newsitaliapress.it